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La sicurezza di chi lavora a piedi su strada: situazioni di rischio e normative applicabili.

La sicurezza stradale sul lavoro è cruciale per proteggere chi opera su strada, sia a piedi sia a bordo di veicoli. Attraverso esempi concreti, vi espongo rischi e soluzioni, evidenziando l’importanza di normative, formazione e cultura della sicurezza. Una visione integrata e responsabile può ridurre gli incidenti, garantendo tutela per lavoratori e utenti della strada.



Premessa

In queste pagine parlo spesso di sicurezza stradale in ambito lavorativo, con particolare attenzione a chi guida automobili o altri veicoli per motivi di lavoro (sia in fase di itinere, cioè durante lo spostamento casa-lavoro, sia durante la giornata lavorativa vera e propria). Gli incidenti stradali sono peraltro la prima causa di morte sul lavoro.

Non vanno dimenticati tutti i lavoratori che si trovano ad operare in strada muovendosi a piedi, molto esposti al rischio di essere investiti. Vi porto alcuni esempi relativi a situazioni reali su cui ho svolto consulenza, utili a comprendere l’entità del rischio e la varietà delle possibili problematiche.

Esempio n. 1 – Carico/scarico merci in ambito urbano

Un primo esempio da considerare riguarda la “banale” attività di assistenza ai conducenti di furgoni e camion più o meno grandi che portano le merci nei negozi o nei supermercati. Escludendo i siti di grande dimensione, che dispongono di accessi e piazzali riservati e preclusi al transito di estranei, ci troviamo spesso ad assistere ad attività di carico/scarico effettuate in ambito urbano, e quindi condotte in presenza del normale traffico cittadino. Traffico che può essere composto da persone che si muovono a piedi, in bicicletta/monopattino, in scooter, in auto, ecc. Le attività di carico/scarico, come anche le stesse manovre di accostamento dei camion, possono costituire un rischio sia per i lavoratori che attendono in strada l’arrivo del mezzo per poi eseguire lo scarico della merce (spesso con tempi contingentati), sia per gli utenti della strada (a piedi o motorizzati), che incontrano una situazione “non convenzionale” (es. con presenza di carichi movimentati in strada o sui marciapiedi, carreggiate parzialmente ostruite, scarsa visibilità, ecc.), e rispetto alla quale si trovano spesso ad improvvisare sul momento comportamenti e manovre.

Esempio n. 2 – Raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade

Le attività di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade rappresentano un contesto in cui il rischio stradale e il rischio lavorativo si sovrappongono frequentemente. Una situazione tipica, osservata in diverse consulenze e audit, riguarda la pulizia di aree cittadine al termine di giornate di mercato. In questi contesti, le strade vengono chiuse al traffico tramite transenne, ma restano accessibili a pedoni e ciclisti. Durante le operazioni di smontaggio delle attrezzature da parte degli operatori del mercato, spesso iniziano contemporaneamente le attività di pulizia, svolte sia da personale a piedi sia con l’ausilio di mezzi speciali come spazzatrici e furgoni con cassone ribaltabile. Tuttavia, in molti casi, si assiste anche all’ingresso non autorizzato di veicoli privati, come auto e furgoni, che aggirano le transenne e si muovono nella zona interdetta. Questa sovrapposizione di attività crea una situazione caotica, in cui operano nello stesso spazio i lavoratori del mercato intenti a smontare e caricare le proprie strutture, gli operatori addetti alla pulizia delle strade, e cittadini che si muovono a piedi, in bicicletta, in scooter o in auto. Il tutto avviene prima che l’area venga completamente messa in sicurezza e riconsegnata alla normale circolazione stradale. Queste dinamiche, purtroppo ricorrenti, evidenziano chiaramente i rischi stradali a cui sono esposti i lavoratori, aggravati dalla mancata separazione dei flussi di traffico e dalla scarsa gestione delle interferenze operative.

Esempio n. 3 – Attività degli “ausiliari della viabilità” sulle autostrade.

Un altro esempio è quello dei lavoratori con mansione di “ausiliario della viabilità” su strade e autostrade, alle prese con una attività particolarmente rischiosa. Tra i loro compiti, oltre a quello di “pattugliare” la rete di competenza per verificare la regolarità dell’infrastruttura e l’assenza di pericoli, c’è anche quello di intervenire tempestivamente in caso di incidente. Infatti, nel momento in cui avviene un sinistro, gli ausiliari sono i primi che accorrono sul posto (ancor prima delle forze dell’ordine e degli eventuali servizi di soccorso medico), allo scopo di “mettere in sicurezza” la circolazione, rimuovendo ad esempio eventuali detriti dalla sede stradale o collocando la segnaletica di pericolo. E questo, ovviamente, avviene senza preavviso, in qualsiasi condizione meteo ed in presenza del normale traffico stradale o autostradale, con veicoli di ogni massa che sopravvengono ad alta velocità (ed ignari della situazione), mettendo potenzialmente a rischio l’incolumità degli stessi operatori.

Esempio n. 4 – Cantieri stradali (es. manutenzione dei sottoservizi, ecc.)

Consideriamo un ultimo esempio: quello dei cantieri stradali, sia ambito extraurbano che in ambito urbano. Pensiamo, ad esempio, ai lavoratori delle aziende multiutilities che operano continuamente su strada per la manutenzione di elementi particolari quali fognature, sottoservizi, ecc. Anche in questo caso, le attività lavorative sono svolte spesso lavorando senza interrompere la circolazione stradale ma, al limite, riducendo la larghezza utile della carreggiata per consentire simultaneamente le operazioni di manutenzione ed il defluire del traffico. E non sono pochi, purtroppo, gli incidenti che avvengono per investimento degli operai durante le fasi di lavoro o, addirittura, durante le fasi di posa della segnaletica stradale di avviso dei lavori. Questa problematica ha portato peraltro all’emanazione di una specifica normativa sul tema attraverso un decreto nel 2013 (poi aggiornato nel 2019), che regola tali attività e quelle, più in generale, effettuate ad opera dei cosiddetti movieri. Su questo, è utile consultare una pubblicazione di INAIL, della quale parlo di seguito.

La segnaletica temporanea per i cantieri stradali

INAIL ha pubblicato un fascicolo sul tema in questione, che in sintesi sviluppa quanto segue.

La segnaletica temporanea e i dispositivi complementari come coni e delineatori flessibili rappresentano una difesa fondamentale in prossimità di cantieri e anomalie stradali, contribuendo a ridurre incidenti e lesioni gravi. Questa segnaletica aiuta i conducenti a percepire tempestivamente le condizioni anomale della carreggiata, permettendo loro di adattare la velocità in funzione dello stato dei luoghi. Tra il 2013 e il 2020, in Italia, si sono registrati oltre 800 incidenti che hanno coinvolto pedoni al lavoro sulla carreggiata, segno evidente della necessità di una segnalazione temporanea che non solo informi, ma guidi il comportamento degli utenti della strada. Nell’area di interferenza tra cantiere e carreggiata, il rischio di investimento dei lavoratori, così come quello di collisioni tra veicoli in transito e macchinari, resta elevato. Tuttavia, l’adozione di segnali temporanei posizionati strategicamente può sensibilizzare sia i lavoratori che gli automobilisti, contribuendo a una maggiore sicurezza. La segnaletica temporanea, pur essendo già uno strumento efficace di prevenzione, dovrà evolversi per integrarsi con le innovazioni tecnologiche che coinvolgono veicoli e infrastrutture, per offrire una protezione sempre più avanzata ed efficace.

Se volete approfondire, trovate l’articolo qui: INAIL, “La segnaletica temporanea per cantieri stradali”, 2002 (pdf).

Norme, procedure e formazione

Gli esempi descritti mettono in evidenza alcune criticità ricorrenti nella gestione del rischio stradale in ambito lavorativo. Questi scenari trovano una chiara regolamentazione nella cornice normativa italiana, che si fonda su quattro principali riferimenti legislativi, integrabili con strumenti e procedure specifiche:

  • D.Lgs. 285/1992, “Codice della Strada”;
  • D.Lgs. 81/2008, “Testo Unico per la salute e sicurezza dei lavoratori” (con particolare riferimento agli articoli 26, 28 e al Titolo IV per i cantieri temporanei e mobili);
  • D.M. 22/01/2019, “Criteri generali di sicurezza relativi alle procedure di revisione, integrazione e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si svolgono in presenza di traffico veicolare”;
  • D.M. 10/07/2002, “Norme sulla segnaletica stradale per cantieri mobili e temporanei”, che specifica requisiti tecnici e modalità di applicazione per la segnaletica temporanea in ambito stradale.

Principali aree di intervento

Per una gestione efficace del rischio, le organizzazioni devono adottare un approccio integrato, considerando almeno i seguenti aspetti:

  • Aspetti organizzativi: Definizione di procedure specifiche, istruzioni operative dettagliate e coordinamento tra le parti coinvolte (ad esempio, nei mercati cittadini, il coinvolgimento della Polizia Locale e degli operatori del mercato).
  • Valutazione specifica del rischio stradale: Inserire nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) una sezione dedicata al rischio stradale, che comprenda sia i pericoli legati all’attività dei lavoratori sia le interferenze con il traffico veicolare e pedonale. Dove necessario, predisporre un Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC).
  • Formazione e addestramento: Garantire la formazione obbligatoria dei lavoratori ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni vigente, con percorsi specifici per chi opera in contesti stradali o utilizza macchinari speciali. Integrare questa formazione con moduli dedicati alla gestione delle emergenze stradali.
  • Segnaletica e dispositivi di sicurezza: Applicare le disposizioni del D.M. 22/01/2019 e del D.M. 10/07/2002, utilizzando dispositivi conformi alle normative europee (es. UNI EN 471 per abbigliamento ad alta visibilità, UNI EN 13422 per la segnaletica stradale temporanea). Garantire una corretta pianificazione del posizionamento della segnaletica per ridurre al minimo le interferenze e migliorare la percezione dei rischi da parte degli utenti della strada.
  • Adeguatezza dei mezzi e delle attrezzature: Verificare periodicamente i veicoli e le attrezzature utilizzate, per garantirne la sicurezza e la conformità agli standard previsti. Questo comprende i dispositivi di protezione individuale (DPI) e collettivi.
  • Procedure di emergenza: Redigere istruzioni operative per la gestione di situazioni di emergenza, prevedendo azioni rapide in caso di incidenti o altre criticità.
  • Sistema di gestione: Per le organizzazioni più strutturate, l’implementazione di un sistema di gestione certificato ISO 39001 può rappresentare uno strumento essenziale per monitorare e migliorare continuamente la sicurezza stradale sul lavoro, integrandolo con altre certificazioni come la ISO 45001.

Un esempio di comportamento scorretto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32507/2019, ha trattato un caso relativo alla morte di un operatore ecologico durante le operazioni di raccolta e scarico rifiuti. L’operatore, invece di utilizzare la cabina del veicolo, si era aggrappato alla parte posteriore del mezzo privo di pedane, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra. Nonostante il datore di lavoro avesse previsto il rischio specifico di caduta nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e avesse vietato simili comportamenti pericolosi tramite ordini impartiti ai preposti, la prassi elusiva si era consolidata tra i lavoratori. La Corte ha escluso la responsabilità del datore di lavoro, ritenendo che il comportamento volontariamente rischioso dell’operatore abbia interrotto il nesso causale tra la condotta datoriale e l’evento. Tuttavia, questo caso evidenzia l’importanza cruciale di una corretta redazione del DVR e di istruzioni operative chiare e specifiche per prevenire comportamenti pericolosi.

Un DVR dettagliato non solo deve individuare i rischi prevedibili, ma deve anche prevedere misure preventive e organizzative, accompagnate da una formazione efficace e da controlli rigorosi sul rispetto delle procedure. In ambito stradale, ad esempio, indicazioni operative chiare sull’uso esclusivo delle cabine durante gli spostamenti possono ridurre significativamente i rischi di incidenti, integrando il DVR con verifiche periodiche sull’adozione effettiva delle norme.

Conclusioni

Quando si parla di incidenti stradali si tende spesso a pensare solo agli eventi che coinvolgono le persone a bordo di un’auto o comunque di un mezzo a motore, ma un gran numero di vittime si trovavano su strada a piedi perché ci lavoravano. E peraltro, proprio perché a piedi, erano più vulnerabili.

Come vi ho raccontato negli esempi riportati, le situazioni possono essere molto diverse, e non è facile dare una linea guida univoca con riferimento ai comportamenti da tenere. Le norme ci sono, e ci aiutano (compreso il D.M. 22/01/2019), e vanno studiate ed applicate al proprio caso con accuratezza e raziocinio.

Ma, in ogni caso, trovo fondamentale che a tutti i livelli di ogni organizzazione debba maturare una solida “cultura della sicurezza”, per aiutare le persone a comportarsi in modo attento come conseguenza della consapevolezza di un rischio, ancor prima che per l’adempimento ad un obbligo (adempimento il cui rispetto è comunque necessario).


Invito Datori di Lavoro, RSPP ed HSE manager alle prese con queste situazioni a contattarmi per ogni necessità di confronto o approfondimento sul tema!