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Richiesta per installazione autovelox: cose da sapere.

In questo post analizzo il nuovo quadro normativo e giurisprudenziale sugli autovelox, con particolare attenzione alle regole introdotte dal D.M. 11/04/2024 e alle recenti sentenze. Offro spunti pratici per i Comuni interessati a installare dispositivi in conformità alla normativa. Con Trafficlab possiamo supportarvi con monitoraggi, analisi di dati storici e relazioni tecniche. Contattatemi!



Premessa: autovelox e sicurezza stradale: come orientarsi nel nuovo quadro normativo

Negli ultimi mesi, il tema degli autovelox è stato al centro di importanti cambiamenti normativi e giurisprudenziali che hanno un impatto diretto sulla possibilità per i Comuni di installare nuovi dispositivi di controllo della velocità. Con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza stradale e trasparenza, le regole per l’autorizzazione sono diventate più stringenti, richiedendo ai Comuni un approccio rigoroso e ben documentato.

Questo articolo è pensato per fornire agli amministratori comunali una panoramica chiara e completa del quadro normativo attuale, delle implicazioni pratiche e dei passi necessari per presentare richieste di autorizzazione in conformità alle nuove disposizioni. Che si tratti di valutare l’installazione di nuovi autovelox o di adeguare quelli già presenti sul territorio, è fondamentale agire nel rispetto della normativa per garantire efficacia e legittimità degli interventi.

Intanto, una notizia

Stop ai nuovi autovelox in provincia di Treviso
Nessuna autorizzazione per l’installazione di nuovi autovelox fissi in provincia di Treviso: questa la decisione della Prefettura, che ha respinto le istanze avanzate negli ultimi mesi da 26 Comuni della zona. Il motivo principale risiede nel tasso di incidentalità, ritenuto non abbastanza elevato per giustificare l’introduzione di nuovi dispositivi di rilevazione. Questa decisione rappresenta una delle prime applicazioni del decreto ministeriale dell’11 aprile 2024.

Il decreto Salvini e le nuove regole sugli autovelox
Il provvedimento, pubblicato a maggio in Gazzetta Ufficiale, stabilisce criteri più stringenti per l’uso e la collocazione degli autovelox fissi. Già in precedenza, i Comuni dovevano ottenere l’autorizzazione dalla Prefettura competente, corredando la richiesta con una relazione tecnica dettagliata. Con il nuovo decreto, le regole rimangono simili ma la documentazione richiesta si fa più rigorosa. Ad esempio, il tasso di incidentalità deve essere dimostrato con un’analisi approfondita degli incidenti avvenuti nel quinquennio precedente, specificandone tipologia e cause, con particolare attenzione alla velocità come fattore determinante.

La posizione della Prefettura di Treviso
Il prefetto Angelo Sidoti ha spiegato come la decisione sia stata presa dopo un attento esame delle richieste da parte dell’Osservatorio sugli incidenti e del tavolo tecnico preposto. “Non ci sono i requisiti previsti dalla normativa vigente per autorizzare nuovi autovelox sui tratti segnalati”, ha dichiarato Sidoti, aggiungendo che in alcuni casi i Comuni sono stati invitati a ridefinire i tratti stradali indicati, spesso troppo estesi. La decisione ha quindi portato a un rigetto unanime delle proposte.

Le implicazioni per gli autovelox esistenti
Il decreto introduce novità non solo per i nuovi dispositivi ma anche per quelli già installati. Gli autovelox fissi non potranno essere posizionati su strade urbane con limiti di velocità inferiori a 50 km/h, una misura che alcuni vedono come un ostacolo all’implementazione delle Città a 30 km/h. Sulle strade extraurbane, i dispositivi saranno consentiti solo dove il limite non è ridotto di oltre 20 km/h rispetto a quello standard previsto dal Codice della strada. Inoltre, tutte le prescrizioni relative a segnaletica e distanze sono state ulteriormente dettagliate. Entro un anno dall’entrata in vigore del decreto, anche gli autovelox esistenti dovranno adeguarsi alle nuove regole, pena la disinstallazione.

Un quadro normativo chiaro per gli autovelox

La definizione di regole chiare e trasparenti per l’installazione e l’uso degli autovelox è essenziale. Queste norme offrono un riferimento preciso per Comuni e Forze dell’Ordine, oltre a garantire trasparenza e fiducia ai cittadini. È un passo importante per rendere la gestione della sicurezza stradale più efficace e condivisa.

Non condivido le critiche che vedono gli autovelox come strumenti dei Comuni per “fare cassa”. Gli autovelox fissi, infatti, non possono essere installati in autonomia dai Comuni: la loro collocazione su strade extraurbane ordinarie e su strade urbane di scorrimento o ad alto scorrimento richiede l’autorizzazione della Prefettura, l’organo che rappresenta il Governo sul territorio. Questo processo normativo assicura che l’installazione avvenga nel rispetto di criteri oggettivi e specifici.

Gli autovelox non sono semplici strumenti punitivi, ma un mezzo fondamentale per garantire il rispetto delle regole. Controllare e sanzionare le infrazioni non è solo un deterrente: senza controlli e conseguenze, le norme perderebbero la loro efficacia. Tuttavia, è fondamentale che l’installazione e l’operatività degli autovelox, così come la definizione dei limiti di velocità, siano basate su criteri oggettivi, tenendo conto delle caratteristiche delle strade e del traffico.

Capisco infine la frustrazione di chi riceve una multa, ma è inaccettabile che questa si traduca in atti di vandalismo contro gli autovelox. Distruggere infrastrutture pubbliche non solo è illegale, ma anche profondamente incivile. Il rispetto delle norme e delle infrastrutture è un pilastro fondamentale di una società civile, e la sicurezza stradale ne è una componente chiave. Questo il mio pensiero rispetto ai vandali che si etichettano come “Fleximan”.

L’importanza degli autovelox: il caso di Verona

Un esempio particolarmente indicativo dell’importanza dei controlli sulla velocità emerge dalla vicenda accaduta a Verona. È bastata la sola diffusione – peraltro errata – della notizia della possibile disattivazione degli autovelox per generare un aumento significativo delle infrazioni e degli incidenti stradali.

Secondo quanto riportato dal Comune di Verona il 6 giugno 2024, tutto è iniziato il 22 aprile, quando è stata resa pubblica un’ordinanza della Cassazione relativa a un verbale autovelox emesso a Treviso, utilizzando un dispositivo approvato ma non omologato. Molti automobilisti hanno frainteso la portata della sentenza, credendo erroneamente che tutti gli autovelox in Italia fossero stati disattivati o non fossero più in grado di emettere sanzioni per violazioni della velocità, una delle principali cause di incidenti stradali.

Questa interpretazione errata ha portato a due conseguenze preoccupanti sulle strade di Verona. In primo luogo, le violazioni registrate nel mese di maggio sono aumentate vertiginosamente, passando da 3.502 in aprile a 5.712, un dato ancora più drammatico se confrontato con maggio 2023, quando le infrazioni erano state 3.386. In secondo luogo, sono aumentati gli incidenti causati dall’eccesso di velocità, con 5 fuoriuscite autonome registrate solo a maggio, rispetto a meno di 10 durante l’intero 2023.

“Purtroppo i numeri parlano chiaro”, ha dichiarato l’assessora alla Sicurezza di Verona, Stefania Zivelonghi. “Dopo la notizia della sentenza della Cassazione, gli automobilisti hanno peggiorato i loro comportamenti violando in misura sensibilmente crescente i limiti di velocità sulle nostre strade. In attesa di chiarimenti sugli strumenti di rilevazione, richiamiamo gli utenti della strada al senso di responsabilità, ricordando che la velocità è una delle cause accertate della grave incidentalità.”

Anche il comandante della Polizia Locale di Verona, Luigi Altamura, ha espresso preoccupazione: “Gli apparecchi autovelox sono funzionanti e siamo in attesa di disposizioni da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e del Ministero dell’Interno. Ci preoccupano gli incidenti stradali che tornano a crescere, dopo un calo significativo negli anni passati. Abbiamo riscontrato velocità di 137 km/h, come se fossimo in un autodromo.”

Novità giuridiche sui dispositivi di controllo della velocità

Un aspetto importante da segnalare riguarda alcune recenti decisioni giudiziarie che hanno introdotto novità significative sul tema dei dispositivi di controllo della velocità sulle strade italiane.

La sentenza n. 19377 del 14 maggio 2024 della Corte di Cassazione ha stabilito che non è più necessario indicare agli automobilisti la tipologia specifica di strumento utilizzato per il rilevamento della velocità, come autovelox o tutor. È sufficiente segnalare la presenza di un controllo elettronico della velocità. Questo cambiamento potrebbe influire sui comportamenti degli automobilisti, in particolare su chi tende a rallentare solo in prossimità dei cartelli di segnalazione.

A questa si aggiunge la sentenza n. 2774/2024 del Tribunale di Bari, emessa il 12 giugno 2024, che ribalta l’interpretazione fornita dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 10505/2024 del 19 aprile 2024. Il Tribunale di Bari ha infatti dichiarato validi ed efficaci i decreti di approvazione dei diversi sistemi di misurazione della velocità, considerandoli sufficienti per l’accertamento delle infrazioni e la contestazione del superamento dei limiti.

Queste decisioni sottolineano quanto sia complesso il quadro giuridico in materia. Le sentenze della Cassazione non hanno un valore vincolante al di fuori del caso specifico, il che significa che altri tribunali, o persino sezioni diverse della Cassazione, possono adottare orientamenti differenti. Se il contrasto tra le decisioni dovesse ampliarsi, la questione potrebbe essere portata davanti alle Sezioni Unite della Cassazione, che hanno il compito di dirimere i conflitti giurisprudenziali e fornire un orientamento più uniforme. Tuttavia, qualora le sentenze opposte rimanessero isolate, è possibile che la questione non venga deferita alle Sezioni Unite, lasciando spazio a interpretazioni disomogenee nei diversi tribunali.

La situazione rimane quindi in evoluzione, e ogni nuovo ricorso potrebbe produrre esiti differenti a seconda del giudice o della sezione della Cassazione coinvolti. Nei prossimi mesi, sarà interessante osservare come si svilupperà questo dibattito e quali saranno le eventuali implicazioni per la regolamentazione e la gestione della sicurezza stradale.

Come posso supportare i Comuni

Navigare nel complesso quadro normativo e giurisprudenziale legato agli autovelox può essere una sfida per i Comuni, ma rappresenta anche un’opportunità per rafforzare la sicurezza stradale e rispondere in modo concreto alle esigenze dei cittadini. Con l’aumento delle richieste di trasparenza e delle verifiche richieste dalla normativa, diventa essenziale affidarsi a competenze specifiche per preparare relazioni tecniche complete e ben documentate.

Con il team e le metodologie di Trafficlab posso supportare i Comuni in ogni fase del processo, offrendo servizi mirati come:

  • Monitoraggi puntuali della velocità, per raccogliere dati aggiornati e oggettivi sul traffico circolante.
  • Recupero e analisi di dati storici, utilizzando fonti affidabili come i dati FCD (Floating Car Data), per una valutazione precisa delle dinamiche di incidentalità.
  • Redazione di relazioni tecniche dettagliate, in linea con le disposizioni normative, per dimostrare i requisiti richiesti dalle Prefetture.

Se sei un amministratore comunale e vuoi capire come migliorare la sicurezza stradale nel tuo territorio o presentare richieste di autorizzazione per nuovi autovelox in modo efficace, contattami. Siamo pronti a collaborare con te per individuare soluzioni personalizzate che rispettino la normativa e contribuiscano a rendere le nostre strade più sicure.