Il costo sociale degli incidenti stradali rappresenta la perdita economica per la società dovuta a decessi, feriti e danni materiali. Questo valore, che include costi sanitari, morali e amministrativi, è essenziale per pianificare interventi di sicurezza efficaci. In Italia, nel 2023, il costo sociale è stato stimato in circa 18 miliardi di euro, evidenziando la necessità di politiche mirate e investimenti strategici.
Cosa è il costo sociale?
Rispondo a questa domanda riportando l’introduzione del documento “Istat Working Papers – Costi sociali degli incidenti stradali (2023, pdf).
I costi sociali degli incidenti stradali rappresentano una stima del danno economico complessivo che grava sulla società a causa di tali eventi. Questo danno non si limita a una spesa diretta, ma è una quantificazione economica degli oneri che, a vario titolo, interessano la collettività a seguito delle conseguenze di un incidente stradale. Tali costi includono, tra gli altri:
- Costi sanitari, legati alle cure dei feriti.
- Perdite economiche, dovute al mancato reddito durante i periodi di malattia o, in casi estremi, alla perdita definitiva di una persona.
- Danni materiali, che comprendono i costi di riparazione o sostituzione dei veicoli danneggiati.
- Spese operative, come quelle sostenute per gli interventi delle Forze dell’Ordine e per la gestione del sinistro.
Tra tutti, la componente più rilevante e difficile da stimare è costituita dai costi immateriali, che derivano dalla perdita di persone care o dal peggioramento irreversibile delle loro condizioni di salute. Per questo motivo, le politiche di sicurezza stradale promosse dalle principali organizzazioni internazionali dal 2000 a oggi si concentrano prioritariamente sulla riduzione di decessi e feriti gravi.
Per valutare l’efficacia delle politiche di sicurezza stradale, è essenziale confrontare i costi degli interventi preventivi con i benefici attesi, specialmente in termini di vite salvate. Il D.Lgs. n. 35 del 2011 e il D.Lgs. n. 213 del 2021 (di recepimento delle Direttive CE 2008/96 e UE 2019/1936) introducono il concetto di “valore statistico di una vita umana”, che rappresenta una stima ex ante della possibilità di evitare un decesso. Questo valore, distinto dal risarcimento del danno, è determinante per guidare le decisioni in materia di investimenti sulla sicurezza stradale.
La letteratura individua tre principali metodi per stimare i costi umani legati all’incidentalità:
- Costi di restituzione (restitution cost), che quantificano le risorse necessarie per riportare vittime e familiari alla condizione pre-incidente.
- Approccio del capitale umano (Human Capital Approach), che valuta la perdita di capacità produttiva delle vittime per la società.
- Metodo della disponibilità a pagare (Willingness To Pay – WTP), che stima quanto una persona sarebbe disposta a pagare per evitare un incidente.
Tra questi, il metodo WTP è particolarmente approfondito in ambito anglosassone. Basato sulla teoria economica del benessere sociale, esso si fonda su indagini campionarie stratificate per area geografica, classe sociale e tasso di possesso di autovetture. Gli studi dimostrano che il WTP fornisce stime sensibilmente più alte rispetto al metodo basato sulla perdita di produttività, arrivando a valori quasi doppi rispetto a quelli calcolati in base al PIL. L’Unione Europea e l’European Transport Safety Council hanno raccomandato l’adozione di questa metodologia per il suo approccio più completo, nonostante la sua complessità applicativa.
Per le altre componenti di costo, come le spese sanitarie e operative, la stima risulta più semplice grazie alla disponibilità di dati negli archivi e nei bilanci delle Amministrazioni competenti, siano esse pubbliche o private. Tuttavia, è necessario incrociare una pluralità di fonti e, in alcuni casi, formulare ipotesi sui parametri da utilizzare.
Lo studio dei costi sociali degli incidenti stradali è un tema di ricerca consolidato da decenni, con analisi condotte a livello nazionale ed europeo. Queste hanno portato alla definizione di linee guida utili per uniformare le metodologie di stima, promuovendo un approccio scientifico e comparabile a livello internazionale. In sintesi, la valutazione economica degli incidenti stradali rappresenta uno strumento fondamentale per orientare le politiche di sicurezza, rendendo possibile un’analisi costo-beneficio che giustifichi investimenti sempre più mirati ed efficaci.
Quale è il costo sociale degli incidenti stradali in Italia?
Con riferimento ai calcoli più aggiornati (i parametri sono riferiti al 2018, anche se lo studio è terminato nel 2022 ed è stato pubblicato nel 2023), i valori sono questi:
- Il costo sociale per ogni persona morta in un incidente stradale è di 1.812.989 euro;
- Il costo sociale per ogni persona ferita in un incidente stradale è di 45.210 euro;
- Il costo sociale “base” per ogni incidente stradale (da aggiungere a quello di eventuali morti o feriti relativi allo stesso incidente) è di 12.394 euro.
Con riferimento al costo sociale relativo ai feriti, va evidenziato che quello riportato è un valore medio, che mette insieme feriti gravi e feriti lievi (la definizione di ferito grave si basa sulla scala dei traumi AIS – Abbreviated Injury Scale, che classifica la gravità delle lesioni in base a un punteggio numerico. Un ferito grave è identificato con un punteggio MAIS 3+, il che significa che il massimo valore AIS è uguale o superiore a 3). I valori di costo sociale specifici per i feriti gravi ed i feriti lievi sono i seguenti:
- Il costo sociale per ogni ferito grave in incidente stradale è di 467.159 euro;
- Il costo sociale per ogni ferito lieve in incidente stradale è di 8.519 euro.
Il costo sociale complessivo di un certo anno si ottiene applicando i valori visti al numero totale di incidenti, morti e feriti registrati nell’anno in questione (forniti dai dati sugli incidenti pubblicati da ACI-ISTAT), e facendo le somme. L’ultimo calcolo, riferito all’anno 2023, mostra che il costo sociale annuo degli incidenti stradali in Italia è di circa 18 miliardi di euro.
Il contesto da conoscere
Cercare sul web informazioni sul costo sociale porta spesso a risultati diversi e valori contraddittori. Occorre fare riferimento alle fonti ufficiali, e conoscere un minimo l’evoluzione della questione. Vi illustro il tutto di seguito.
Il governo italiano, come quello di ogni stato europeo, ha l’obbligo di calcolare ogni anno il costo sociale degli incidenti stradali. Lo fa in quanto previsto dalla Direttiva Europea 2008/96, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 35/2011. La Direttiva 2008/96 è stata poi aggiornata dalla Direttiva 2019/1936/CE (recepita a sua volta dal Decreto italiano di attuazione, il 213/2021), ma l’adempimento relativo al calcolo del costo sociale non è cambiato. Ed è in capo al nostro Ministero dei Trasporti (MIT).
I valori relativi al costo sociale di un morto, di un ferito e di un incidente sono stati quindi calcolati una prima volta nel 2012 per adempiere al D.Lgs. 35/2011, e diramati da uno specifico Decreto Dirigenziale dell’epoca da parte del MIT. Tali valori (1,5 milioni di euro il costo sociale di ogni persona morta e 42.000 euro quello di ogni persona ferita) sono stati utilizzati per calcolare il costo sociale annuale riferito ad ognuno degli anni che vanno dal 2010 al 2020. Per i curiosi: potete scaricare tutte le edizioni del rapporto annuale a questo link.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha successivamente aggiornato i parametri utilizzati per il calcolo del costo sociale tramite il Decreto Dirigenziale n. 37 del 17/02/2023, con cui ha individuato il costo sociale medio per ogni incidente mortale, lieve o grave verificatosi sulla rete stradale (…) al fine di determinare il costo dell’incidentalità sulla stessa rete nonché di fornire un elemento utile per la classificazione della sicurezza della rete. Il Decreto richiama la Metodologia per il calcolo del costo sociale degli incidenti stradali (chiusa nel novembre 2022), a sua volta collegata al progetto di ricerca ID64, iniziativa promossa dall’ISTAT e avviata nel giugno del 2018. Questo importante progetto ha visto la collaborazione di diversi enti e istituzioni di rilevanza nazionale, tra cui l’Automobile Club d’Italia (ACI), il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Come detto, applicando i parametri di costo sociale aggiornati ai valori di incidenti, morti e feriti del 2023 si ottiene un totale di circa 18 miliardi di euro, come ognuno può verificare facendo un semplice calcolo (e come peraltro è richiamato anche nel rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali relativo all’anno 2023).
È interessante infine sottolineare che il costo per una vita umana persa a causa di un incidente stradale calcolato per il 2022 a livello europeo dall’ETSC (European Transport Safety Council) è di 2,5 milioni di euro, superiore al valore di 1,8 milioni calcolato per l’Italia (lo potete verificare nel 18th Road Safety Performance Index Report (pdf).
Come è variato il costo sociale negli ultimi anni?
Lo vediamo nell’immagine seguente: in pratica, escludendo gli anni del Covid (2020 e 2021), siamo rimasti intorno al valore (enorme) dei 18 miliardi di euro.
Usare i parametri del costo sociale, ufficiali ed oggettivi, è utile per fare valutazioni e confronti.
Ad esempio, nell’ambito della gestione di strade ed autostrade, il costo sociale si presta bene per effettuare “valutazioni di rischio”. Inoltre, può essere adeguatamente identificato come “fattore finale di sicurezza” in ambito ISO 39001. Ma qui sto entrando fin troppo nel tecnico.
Ognuno può provare a fare il calcolo con riferimento alla propria città, ed anche a vedere come questo valore varia di anno in anno. I valori unitari di costo sociale per incidente, morto e ferito ve li ho dati; il numero degli incidenti (con anche quello dei morti e quello dei feriti) relativo alla vostra città lo potete recuperare grazie ai microdati ISTAT pubblicamente disponibili.
Conclusioni
In conclusione, il calcolo del costo sociale degli incidenti stradali offre un indicatore fondamentale per valutare l’impatto economico di questi eventi e supportare la pianificazione di interventi mirati alla riduzione della sinistrosità. Questi dati permettono a enti locali e nazionali di allocare risorse in modo più efficace e di orientare le politiche verso soluzioni basate su evidenze.
Integrare tali informazioni nelle strategie di gestione stradale consente non solo di migliorare la sicurezza, ma anche di ottimizzare i costi per la collettività.
Se vi occorre un supporto su questo tema, contattatemi pure!