Smart City e Smart Mobility: l’importanza dell’uso dei dati. Di chi sono i dati generati dai veicoli connessi? Chi e come li deve gestire? Perchè possono essere utili? L’importanza del monitoraggio del traffico e degli investimenti in tecnologia per lo sviluppo urbano (aspetto su cui, con Trafficlab, posso darvi un grande aiuto!)
Smart City e Smart Mobility: l’importanza dell’uso dei dati.
La complessità dei sistemi urbani sta crescendo, soprattutti nelle grandi città. Le amministrazioni che non affrontano questa complessità causano inefficienze e problemi a residenti e visitatori, danneggiando l’immagine della città stessa. Come gestire adeguatamente questo aspetto?
Con le possibilità oggi offerte dalla grande quantità di dati disponibili (e qui entriamo nel mondo dei Big Data) è possibile ottenere risultati una volta impensabili. Come è noto, ci sono forti dipendenze tra uso del territorio e pianificazione dei trasporti, dal momento che l’uso del territorio determina la distribuzione spaziale e temporale delle attività socioeconomiche (che a loro volta generano le esigenze del viaggio che deve essere “servito” dal sistema di trasporto). Tanto migliore è la conoscenza dei modelli di viaggio e di ciò che li genera, tanto maggiori saranno le probabilità di prendere le giuste decisioni.
In questo contesto, le applicazioni delle ICT (tecnologie di informazione e comunicazione) consentono oggi una stima tempestiva e accurata della domanda di trasporto, che porta ad una migliore comprensione delle implicazioni reciproche tra uso del suolo e uso dei trasporti. Il modo migliore per le amministrazioni di affrontare la questione è procedere passo dopo passo, in quanto le città sono sistemi complessi, e per gestire adeguatamente un sistema complesso è necessario sviluppare una buona comprensione di come il sistema stesso si comporta ed evolve. In altre parole, è necessario che il sistema urbano e territoriale diventi “osservabile”, e che consenta di ricavare dati sufficienti per stimare tanto il suo stato quanto la sua probabile evoluzione a breve termine.
Una delle principali strade che una città deve seguire per diventare “intelligente” (smart) è creare un ambiente ricco di reti di comunicazione che supporti applicazioni digitali. E consideriamo che i dispositivi mobili e vari altri sistemi consentono già oggi la raccolta e l’analisi dei dati in modo massiccio, la cui analisi permette di migliorare notevolmente la capacità di gestione e previsione dei flussi urbani, e dunque di promuovere una gestione intelligente delle città. Esiste una vasta gamma di fonti di dati per misurare le variabili di traffico (sensori sulle strade, immagini video, antenne Bluetooth / WiFi, fonti GPS, ecc.…). Tali dati devono poi essere “puliti”, filtrati e opportunamente aggregati per sfruttare appieno le informazioni che da essi possono essere ottenute. Diventa quindi fondamentale l’analisi dei dati, da cui deriva il vero valore, che porta alla conoscenza dei fenomeni del sistema e quindi alla possibilità di poterlo gestire.
Nel caso dei flussi veicolari, la possibilità di conoscere (e prevedere) in tempo reale il traffico gravante su ogni ramo stradale (rilevato o stimato) offre informazioni preziose a diversi soggetti: cittadini, gestori delle flotte, operatori dei servizi, ecc. Gia oggi percepiamo molti benefici da tutto questo (ad esempio grazie ad applicazioni come Google Maps o Moovit), e dobbiamo considerare che in futuro saranno ancora maggiori, anche se non siamo in grado di prevedere in anticipo la maggior parte di essi. Quali sono nel concreto i possibili benefici?
Non solo i dati raccolti in tempo reale possono aiutare a gestire la mobilità delle città: molto può essere fatto anche attraverso una analisi di dati ed informazioni raccolte in modo pianificato.
Vi invito a questo proposito a studiare l’iniziativa Mobility Data Spaces: è uno studio condotto da EIT Urban Mobility, i2CAT Foundation e FACTUAL sullo scambio di dati nel settore della mobilità. Lo studio esplora gli incentivi e le barriere dei principali attori dei futuri spazi dati, tra cui autorità di trasporto, operatori, urbanisti, fornitori di MaaS, fornitori di logistica, OEM e operatori di infrastrutture. La Commissione Europea ha inoltre avviato i lavori sulla creazione di uno spazio comune europeo per i dati sulla mobilità, e sta invitando le parti interessate a fornire input con l’obiettivo finale di facilitare l’accesso e la condivisione dei dati per un trasporto più efficiente, sicuro, sostenibile e resiliente.
Di chi sono i dati generati dai veicoli connessi? Chi e come li deve gestire? Perchè possono essere utili?
Nell’ottobre 2024 si è tenuto a Firenze, presso lo European University Institute, il 14th Florence Intermodal Forum, incentrato sul tema “Road Safety: Making Use of Data Generated from Connected Vehicles for the Public Interest”. Su invito della Florence School of Regulation, ho partecipato alla tavola rotonda in rappresentanza di Trafficlab.
L’incontro era co-organizzato anche dalla DG MOVE della European Commission, per la quale erano presenti Kristian Schmidt (Director Land Transport and European Road Safety Coordinator) e Claire Depré (Head of Unit for Road Safety). Vi illustro il contesto dell’iniziativa e le principali conclusioni.
La Cooperative, Connected and Automated Mobility (CCAM) rappresenta un’opportunità unica per rendere i sistemi di trasporto dell’UE più sicuri, puliti, efficienti e user-friendly. I veicoli connessi e automatizzati, che possono operare senza intervento umano, sono alla base di questa evoluzione, offrendo nuove possibilità grazie ai dati generati. La collaborazione tra Stati membri, industria e Commissione Europea è fondamentale per realizzare questa visione, tenendo conto degli interessi delle autorità pubbliche, dei cittadini, delle città e dell’industria.
La Sustainable and Smart Mobility Strategy (SSMS) sottolinea l’importanza di questi sistemi per migliorare i trasporti e promuovere sostenibilità e sicurezza. Tuttavia, per mantenere la connettività dei veicoli anche attraverso le frontiere, è necessaria una coordinazione a livello europeo. Ad esempio, il Regolamento (UE) 2019/2144 impone l’uso di tecnologie di sicurezza obbligatorie su tutti i nuovi veicoli, mentre il Regolamento (UE) 2022/1426 stabilisce norme tecniche uniformi per l’approvazione dei sistemi di guida automatizzata.
Un’altra normativa rilevante è il Data Act (DA), che regola i contratti tra imprese, fornendo certezza legale sull’uso dei dati nel settore dei trasporti. Questo atto consente anche alle autorità pubbliche di accedere ai dati detenuti da privati per scopi di interesse pubblico, come la pianificazione urbana e la gestione delle infrastrutture.
Il 14° Florence Intermodal Forum ha affrontato questi temi, concentrandosi su come i dati generati dai veicoli connessi possano migliorare la sicurezza stradale.
Ecco le principali conclusioni del confronto, che condivido a beneficio di tutti:
- È necessario regolamentare l’uso dei dati di mobilità generati dalle diverse tecnologie (dai dispositivi a bordo mezzo o su strada, dalle app, ecc.), connotati sia da un aspetto “commerciale” che da un aspetto di pubblico interesse.
- È quindi fondamentale che la governance rimanga a livello europeo, con un’attenta gestione per garantire coordinamento e uniformità tra i vari Paesi e attori.
- Va inoltre stabilito il livello appropriato di regolamentazione per garantire coerenza ed efficacia, tenendo presente tra l’altro l’importanza di accedere ai dati dei veicoli per migliorare la sicurezza stradale e l’efficienza delle infrastrutture.
- Vanno individuati i possibili “colli di bottiglia” relativi alla gestione dei dati (cercando anche di rispondere alla domanda, non banale, se tutti i dati raccolti siano effettivamente necessari).
- Bisogna distinguere chiaramente tra dati pubblici e dati commerciali, poiché entrambi hanno diverse implicazioni e devono essere regolamentati in modo adeguato.
- È emersa quindi la proposta di creare un’agenzia per i “dati stradali” per coordinare e gestire il flusso dei dati tra tutti gli attori coinvolti.
Aggiungo ora alcune riflessioni.
Intelligenza artificiale e traffico stradale.
Una delle più grandi innovazioni tecnologiche può supportare le città nella gestione del traffico, un problema particolarmente sentito dai cittadini. Tuttavia, è fondamentale non basarsi esclusivamente su soluzioni tecnologiche per risolvere la congestione stradale. Il primo passo consiste nel migliorare la gestione dello spazio urbano, destinando aree ben definite a tutte le tipologie di utenti e veicoli. Ridurre lo spazio riservato alle automobili, essendo il mezzo che maggiormente contribuisce alla congestione, è un elemento chiave per migliorare la mobilità.
Le innovazioni tecnologiche giocano comunque un ruolo importante, non solo nel rendere il traffico più fluido, ma anche nel proteggere gli utenti vulnerabili. Tecnologie come il riconoscimento automatico degli utenti della strada (ad esempio, pedoni o ciclisti) consentono di attivare segnali semaforici o avvisi acustici per garantire la sicurezza di tutti. Queste nuove opportunità aprono scenari promettenti, richiedendo però un continuo impegno e lavoro.
Un aspetto cruciale è il monitoraggio preciso dei flussi di veicoli e pedoni, che consente di comprendere la complessità urbana e di orientare le politiche di mobilità verso soluzioni efficaci. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di analizzare in modo approfondito il come, quando e perché degli spostamenti urbani. Attraverso questa analisi, è possibile identificare i nodi critici e intervenire con misure mirate, come la modifica della segnaletica o l’ottimizzazione dei tempi semaforici, migliorando significativamente la viabilità e la qualità della vita cittadina.
L’efficacia di queste misure si riflette non solo in tempi di percorrenza ridotti e minori emissioni, ma anche in una maggiore sicurezza e comfort per chi vive e si sposta in città. Il monitoraggio dei flussi diventa quindi uno strumento indispensabile per pianificare città più resilienti, efficienti e in sintonia con la mobilità sostenibile.
Conclusioni
L’uso dell’intelligenza artificiale e dei Big Data per monitorare e gestire il traffico urbano apre nuove possibilità per le amministrazioni e i gestori di infrastrutture, creando una base solida per le città del futuro. Queste tecnologie, oltre a migliorare l’efficienza del sistema di trasporto, offrono informazioni essenziali per una pianificazione urbana che risponda alle reali esigenze degli utenti, permettendo interventi mirati per risolvere criticità e promuovere una mobilità più sostenibile.
È però necessario un quadro normativo coordinato, come proposto dalla Commissione Europea, per garantire l’accesso sicuro ai dati e una gestione trasparente che tuteli la privacy e la concorrenza tra operatori. La gestione dei dati deve combinare innovazione e attenzione alle esigenze della comunità e dell’ambiente, evitando approcci che alleviano solo temporaneamente i problemi senza risolverne le cause strutturali.
L’intelligenza artificiale e i Big Data rappresentano dunque una grande opportunità per migliorare la qualità della vita urbana e ridurre l’impatto ambientale, ma questo percorso richiede il contributo continuo di tutti gli attori coinvolti, affinché le città diventino realmente resilienti, sicure e sostenibili.
Per approfondire:
Qui altri miei post sul tema:
- Cos’è una Smart City? Una città intelligente, digitale ed inclusiva. Ecco come riconoscerla.
- Sicurezza stradale e fluidità del traffico: meglio semafori o rotatorie?
- Cause, impatti e soluzioni dei problemi generati dal traffico nelle città.
Sentiamoci!
Invito i tecnici delle amministrazioni pubbliche o degli enti proprietari e gestori di strade, alle prese con la gestione del traffico stradale, a contattarmi per ogni evenienza o esigenza di confronto in merito a come sfruttare adeguatamente, grazie alle metodologie sviluppate da Trafficlab, i dati sulla mobilità della loro città.